KESADARA (CASSANDRA)
LAZZARETTO VERONA SABATO 10 AGOSTO 2013 ore 21.15 (ingresso libero con prenotazione obbligatoria, disponibili solo 100 posti, presso il FAI delegazione di Verona Lunedi'-Giovedi' ore 10-12 tel.045597981 cell.3487295712 - 3403125309 - 3395809664. In caso di maltempo lo spettacolo è rimandato a Domenica 11 Agosto ore 21,15) piccolo circolo arci di arte e pensiero MAMAdanzateatro presenta KESADARA (CASSANDRA) liberamente tratto dall'opera di Christa Wolf con roberta campostrini elisabetta femminella cristina patuzzo musiche di e con andrea corsini regia massimo totola produzioniMAMAdanzateatro -------------------------------------------------------- viviamo in una societa' in cui ha preso il sopravvento l'inganno … inganniamo e siamo ingannati … la superficialita', la falsita' di una vita che ci costruiamo a immagine delle nostre paure … nascondendo la testa sotto una sabbia che ormai ci sta sommergendo tutti … il virtuale (internet) ci costringe a rivalutare il concetto di realta', di identita' … di territorio … i confini del nostro mondo si sono allargati fino a toccare l'altro capo della terra … ma e' una soddisfazione che ci prendiamo da casa … nella nostra calda e sicura dimora! esula dalla realta' di condividere il nostro spazio con immigrati, profughi, esuli … quindi un universo che non e' fuori da noi, ma dentro di noi … un viaggio i cui capitani di bordo sono dei "padroni della menzogna" … coloro che non condividono piu' i loro sogni e le loro fantasie … coloro che si sono costruiti un'identita' inventata … qualcuno forse per salvare qualcosa di se nel marasma del cambiamento! ma per la maggiore per il terrore, la paura di doversi confrontare in un atto estremo di sincerita' … a partire dall'antichità, gli uomini hanno cancellato la verità con la menzogna, la libertà di pensiero con la censura, la tradizione religiosa con gli dèi di palazzo e la libertà con la tradizione religiosa, l'amicizia sincera con la ragion di stato, la sensibilità con la violenza, gli ideali con la ricerca sfrenata e inarrestabile del potere, credendo di vedere … ma diventando in realtà ciechi. KE-SA-DA-RA (CASSANDRA) nell'opera della Wolf e nell'allestimento nostro teatrale, è invece l'unica a vedere e sentire veramente: il dono di vedere è la capacità non divina, ma tutta umana da lei consapevolmente praticata; essa sceglie consapevolmente di vedere la realtà quale essa è, senza menzogne, compromessi o illusioni: "volli a tutti i costi il dono della veggenza". Poter vedere autonomamente e quindi formarsi una propria opinione sulla realtà, ottenendo una forma di potere in un mondo maschile, significa essere sacerdotessa; tuttavia, nel meccanismo inesorabile della politica maschile, non è possibile inserirsi senza dolore: Cassandra sperimenta la falsità del mondo che la circonda ... allora la sua risposta è no: no alla profezia a comando, cioè no alla menzogna; allora la voce comincia a uscirle suo malgrado, a urlare la verità, una verità spesso scomoda, ma vera ... non prevedendo quello che gli altri vogliono che preveda, inizia a perdere l'amore e la stima altrui e diviene emarginata nella sua stessa patria, nella sua stessa famiglia, comprendendo con sommo dolore che la sua gente non è migliore dello storico nemico greco ... allora quali possibilità restano aperte alle donne in quella società? Una via di scampo è cercata da Polissena, che sceglie l'omaggio e l'ossequio al potere, prostituendo se stessa e la propria bellezza in fiore, fino alla morte: adeguarsi al comportamento maschile condividendone la pratica, le emozioni, la crudeltà. Allora quali possibilità restano aperte alle donne … e agli uomini ... in questa società? Ancora prostituirsi, prostituire le proprie idee, il proprio lavoro, la propria identità …? Cassandra crede e ci apre gli occhi sul fatto che "tra uccidere e morire ci sia una terza via: vivere": non accontentarsi, ma cercare fino a trovare la verità, "vedere" a tutti i costi ciò che ci sta davanti, diventando "veggenti" ... allora si scoprirà che nessuna guerra ha vincitori o vinti, ma tutte hanno solo morti … per questo accetta la morte come supremo gesto etico, per mostrare la sua coerenza a ciò che ha conquistato dopo che ha imparato a vedere davvero. Nell'opprimente e alienante conflitto tra individuo e società, dunque, la voce della Cassandra di Christa Wolf si leva alta, a rappresentare l'uomo libero che vede ciò che è e dice ciò che vede, a dispetto della volontà degli uomini "integrati"; che vuole conservare la propria autonomia di giudizio … in un'epoca in cui non è possibile farlo, se non a prezzo della "vita". Tutti potrebbero essere veggenti e tutti i veggenti sarebbero creduti se vi fosse libertà; ma nella situazione attuale, vedere è solo ed esclusivamente l'esito di un processo interiore verso la consapevolezza, cioè una scelta di vita: che si paga con la "morte". Un viaggio a ritroso quello dell'allestimento e del testo della Wolf: Cassandra figlia di Priamo ed Ecuba attende la morte in Grecia, nella fortezza di Micene, davanti alla Porta dei Leoni, dov'è giunta come schiava di Agamennone dopo la distruzione di Troia: l'eroe è già entrato nella casa dove la moglie lo uccidera'. Ora però l'azione non procede in avanti, come nella tragedia di Escilo, bensì fa un balzo all'indietro: Cassandra non preannuncia il futuro, ma rivede il suo doloroso passato scorrerle davanti agli occhi in un meccanismo associativo sempre più fitto: la fine della sua gloriosa città, la traversata dell'Egeo in tempesta sulla nave dei vincitori, gli orribili delitti perpetrati da Achille, la rottura col padre Priamo, con cui non è più possibile alcuna forma di comunicazione per la cieca logica della guerra, l'amore per Enea ... accettando, alla fine della lunga notte, con coraggio, come sacrificio, la sua sorte … “ … Non vi permetterò di legare la mia vita alla vostra, ma ripeterò che le nostre vite sono legate insieme e chiederò a gran voce che viviate come se accettaste questo fatto fondamentale … Sono pericolosa perchè non mi arrendo né sto zitta e non accetto la vostra versione della realtà …“ massimo totola