Mariangela Levita ESSENTIAL MIX a cura di Andrea Bruciati
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FaMa Gallery torna a parlare al femminile con la personale dell'artista Mariangela Levita - già tra le protagoniste della mostra collettiva ‘Le Figlie di Eva’ ospitata dalla Galleria nei primi mesi del 2013 - che inaugura venerdì 27 settembre e resterà aperta al pubblico fino al 14 dicembre 2013.
ESSENTIAL MIX - questo il titolo della mostra curata Andrea Bruciati - è un progetto espressamente ideato per gli spazi di FaMa Gallery e propone un nucleo di opere sia pittoriche che installative, un percorso che - come suggerito dalle parole del curatore - è scandito da "cromie pure che assecondano gli ambienti grazie ad una geometria morbida che si dispiega per partiture musicali: una speculazione sul linguaggio inteso come codice binario da porre in discussione secondo un’esigenza innanzitutto esperienziale".
Mariangela Levita - nota per le importanti opere pubbliche permanenti realizzate sia all'estero sia nella penisola, tra cui soprattutto a Napoli si rilevano i wall-paintings per il Padiglione Palermo dell'Ospedale Cardarelli, l'installazione per il Ponte Don Bosco, e, recentemente, i progetti Flag-Down per la Casa del Cristallini e Neo-Evolution per l'Istituto Scolastico Nido - pone al centro della propria pratica artistica la pittura, procedendo ad una radicale messa in discussione dei suoi stessi codici linguistici attraverso un dialogo serrato con la tradizione: uno scambio che contribuisce a ridefinire radicalmente il ruolo che questo mezzo espressivo riveste nella società contemporanea.
Il linguaggio di Levita assume in questo modo una connotazione del tutto peculiare, capace di mediare differenti suggestioni sia classiche sia contemporanee - che tornano in maniera ricorrente nella maggior parte dei lavori - dando forma ad un affascinante quanto complesso universo compositivo, fatto di colore e pattern geometrici, definito dalla presenza di una molteplicità di elementi, secondo l'artista solo apparentemente in contraddizione: naturale ed artificiale, manuale e seriale, ma anche pittura e grafica si fondono senza soluzioni di continuità.
Il progetto ESSENTIAL MIX ideato e realizzato per FaMa Gallery si compone di elementi formali diversi: volumi geometrici e segni che si ripetono in modo modulare ma non omogeneo, partizioni cromatiche ispirate e composte dal modello di colore “CMYK” - Cyan, Magenta, Yellow, Key (black) - che alternano differenti campi di colore. Il risultato è una sorta di loop visivo che conduce in maniera quasi ipnotica lo sguardo dello spettatore da una forma all'altra, da un modulo all'altro, da un campo all'altro, dal vuoto alla materia.
Quella di Mariangela Levita - continua sempre Andrea Bruciati - è "una ricerca intransigente, che progetta per lo spazio di FaMa Gallery un vero e proprio ambiente per un’arte totalizzante, manifesto di una poetica puntuale sul dato fenomenologico e percettivo. Lucidamente condotto attraverso la modulazione e contiguità di cellule armoniche, l’intervento dell’autrice si formalizza attraverso le scansioni della quadricromia interrotte dai silenzi dei bianchi e i contrappunti del nero, che sfogliano ritmicamente i volumi, creando una scansione ininterrotta che dilata lo spazio per segmenti potenzialmente infiniti".
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FaMa Gallery returns to “woman-speak” with the solo exhibition of the artist Mariangela Levita, one of the key figures in the collective show entitled “Le Figlie di Eva” hosted at the gallery in early 2013. Her exhibition will be inaugurated on Friday, 27 September and will be open to the public until 14 December 2013.
ESSENTIAL MIX – this is the title of the show curated by Andrea Bruciati – is a project expressly created for the spaces of the FaMa Gallery, offering a set of pictorial works and installations. It is a path that, as the curator’s words suggest, is punctuated by “pure colours that follow the rooms, thanks to a soft geometry that unfolds into musical scores: speculation on language understood as a binary code to be probed based on a need that, above all, is experiential”.
Levita is known for her important permanent public works abroad and in Italy. In particular, in Naples she did the wall paintings for the Palermo Pavilion of Cardarelli Hospital, the installation for the Don Bosco Bridge and, recently the Flag-Down project for the Casa del Cristallini and the Neo-Evolution project for the Istituto Scolastico Nido. Painting is central to her artistic practice, proceeding towards the profound questioning of her own linguistic codes through a fast-paced dialogue with tradition, in an exchange that radically redefines the role this expressive medium plays in contemporary society.
Levita’s language thus acquires a completely unique connotation that can mediate different classic and contemporary suggestions, which recur in most of her works. The outcome is a fascinating and complex compositional universe composed of colour and geometric patterns, defined by the presence of a multiplicity of elements that, according to the artist, are only seemingly contradictory: the natural and the artificial, the manual and the serial, and painting and graphics seamlessly converge.
The ESSENTIAL MIX project conceived and executed for the FaMa Gallery is composed of various formal elements: geometric volumes and signs repeated in a modular but non-uniform way, chromatic partitions inspired and composed by the CMYK colour model – the acronym stands for Cyan, Magenta, Yellow, Key (black) – that alternate different fields of colour. The result is a sort of visual loop that almost hypnotically guides the spectator’s gaze from one form to another, one module to another, one field to another, and from emptiness to matter.
Bruciati notes that Levita’s research “is uncompromising, and for the space of the FaMa Gallery it projects a fully fledged environment for a totalizing art, the manifesto of precise poetics on the phenomenological and perceptual datum. Lucidly conducted through the modulation and contiguity of harmonic cells, the artist’s intervention takes form through scans of the four-colour process, interrupted by the silence of whites and the counterpoint of blacks, which rhythmically probe the volumes, creating an uninterrupted examination that expands space into potentially infinite segments”.