Inaugurazione nuova mostra di Opere personali
L’artefice di queste opere è un ragazzo autistico di 18 anni.
Ha frequentato il liceo artistico; scuola che ha saputo rendere le sue regole tanto flessibili da permettergli di esistere ed esprimersi.
Era sempre in piedi e in movimento, dentro e fuori dalla classe, senza comunicare attraverso la parola, ma con gesti a volte carichi di tenerezza altre colmi di aggressività.
E’ stato un percorso segnato da grandi crisi ed enormi sorrisi.
Crisi ogni volta che c’è una emozione da gestire.
Crisi ogni volta che qualcuno o qualcosa cerca di entrare in relazione con lui.
Spesso ripete piccole frasi imparate da film o canzoni, che penso utilizzi per dare un volto al suo mondo interiore; una delle preferite è tratta da: Robin Hood:
“ COME E’ TRISTE SUBIRE QUESTA TIRANNIA E NON POTER VOLARE VIA”.
Alla fine abbiamo giocato assieme, ci siamo abbracciati e ci siamo ascoltati.
Ogni volta che ha lasciato un segno sul foglio è stato il risultato di una relazione tra persone.
Quando riusciva a tenere in mano il colore, lo aiutavamo a vincere la paura del foglio bianco con i suoi spazi ben delineati.
Quando invece anche il contatto con la materia colorata diventava troppo difficile da superare, noi tenevamo il pastello tra le dita e ci mettevamo in ascolto e lui appoggiava la sua mano sulla nostra e in modo quasi impercettibile ci comunicava la strada da seguire, come sotto una dettatura fatta di stimoli sensibili.
Ogni volta, prima di produrre una traccia visibile, si tracciava un segno sensibile nel profondo di noi, un dialogo tra energie.
Oggi penso, che per poter sentire le cose in modo puro ci si debba concedere tempo e libertà…
e credo ancora di piu’ che la libertà sia la possibilità di prendersi del tempo per sentire le cose in modo puro…