HIROSHIMA MON AMOUR di Alain Resnais
(Francia, 1959, 91’)
Regia: Alain Resnais, sceneggiatura: Marguerite Duras, fotografia: Michio Takahashi, Sacha Vierny, musica: Georges Delerue, interpreti: Emmanuelle Riva, Eiji Okada, Bernard Fresson
«Potete immaginare Velàzquez che ha appena concluso le sue Meninas mentre già Picasso intesse le sue mirabili variazioni? Certamente no. Ecco, accade qualcosa di simile. Con Hiroshima mon amour, Alain Resnais affranca il cinema dal 17° secolo per immergerlo senza transizioni nel cuore del 20°.» Jean Douchet «Un tuffo in piena Nouvelle Vague con il primo lungometraggio di finzione di Alain Resnais che firma un film destinato a segnare l’immaginario cinematografico mondiale, affidandosi alla penna della scrittrice Marguerite Duras (che venne candidata all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale). Diretto nel 1959 tra la Francia e il Giappone, Hiroshima mon amour è il film che lancia Emmanuelle Riva, oggi riscoperta dal grande pubblico grazie al successo internazionale di Amour di Michael Haneke.» Il Cinema Ritrovato «In Giappone per un film sulla pace, un’attrice francese ha una relazione appassionata con un architetto giapponese. Quest’amore le ricorda quello che durante la guerra ebbe nella natia Nevers con un giovane soldato tedesco, ucciso sotto i suoi occhi. Su un testo di Marguerite Duras, Resnais, cineasta della memoria, ha fatto un film incantatorio e dialettico la cui importanza innovatrice e precorritrice nell’evoluzione del linguaggio filmico ha superato la prova del tempo. Il suo fascino nasce dall’impiego dei contrari (Nevers e Hiroshima, l’amante tedesco ucciso e l’amante giapponese di 36 ore senza domani, l’etnia e la cultura diverse, il passato e il presente, la percezione e l’immagine mentale, la necessità della memoria e la fatalità dell’oblio, il dialogo e il monologo, il documentario e la poesia, la realtà quotidiana e l’incantatrice litania erotica), dalla dialettica tra fascinazione e decostruzione, tra partecipazione e distanziazione.
Il Morandini 2014