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GT La Formica debutta con "Il mistero di Alcesti" di Marguerite Yourcenar

15,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25 Luglio 2014
ore 21.15, presso il Chiostro di Santa Maria in Organo

in occasione della rassegna estiva "Il teatro nei cortili" a Verona

il Gruppo Teatrale La Formica debutta con:

IL MISTERO DI ALCESTI
di Marguerite Yourcenar

riduzione ed adattamento a cura di Francesco Arzone

La leggenda di Alcesti e Admeto è, tra i miti greci, forse quello che maggiormente contiene elementi fiabeschi. La narrazione potrebbe benissimo cominciare con "C'era una volta un principe amato da Apollo...".
Ma "il favore degli dèi porta sventura ai mortali", e per espiare la colpa di essere prediletto da Apollo, al principe Admeto si presenta un'unica alternativa: affrontare la Morte o trovare chi - volontariamente - si offra di morire al suo posto. L'unica disposta ad assumere coraggiosamente su di sé il terribile fardello è Alcesti, sua sposa devotissima. Con evidente sollievo di Admeto, il sacrificio di Alcesti si consuma tra rimproveri reciproci di viltà ed egoismo. Solo l'arrivo di Ercole, uno straniero, un "bruto dal cuore puro" riuscirà nell'impresa di restituire Alcesti al mondo degli affetti, contendendola addirittura alla Morte, in un epico scontro di antinomie.
Con "Il mistero di Alcesti" Marguerite Yourcenar recupera la fedeltà al modello greco, ma ne cambia l'ambientazione. Il mito si imborghesisce e l'attenzione della scrittrice si concentra sull'approfondimento del rapporto problematico tra i due sposi, segnato da continue incomprensioni e tensioni che si dissolvono solo quando subentra il ravvedimento di Admeto. A differenza di Euripide, la Yourcenar crea la condizione affinché Alcesti possa ascoltare, non vista, le riflessioni del marito. Di fronte alle sue parole patetiche e di forte sentimento, ella finalmente rompe il silenzio e parla. Il lieto fine è ocmpleto e i due sposi ricongiunti si raccontano le recenti trageduie come se fossero state vissute in un sogno. La tragedia è rimossa dalla coscienza borghese, lasciando spazio alla commedia, se non addirittura alla satira.


Personaggi ed interpreti

APOLLO: Federico Galbieri
LA MORTE: Giuliana De Guidi
ALCESTI: Pamela Occhipinti
ADMETO: Walter Peraro
ERCOLE: Fabio D'Alberto
LA SERVA GIORGINA: Lavinia Ferro
L'IMPRESARIO DELLE POMPE FUNEBRI: Federico Galbieri
FERETE, PADRE DI ADMETO: Francesco Arzone

Scenografie: Gherardo Coltri, Luca Altamura
Costumi: Maddalena Lorenzetti
Luci e suoni: Sassi Andrè

Regia: Francesco Arzone

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